L’Osservatorio Vittime del Dovere è un’associazione che assiste tutte le vittime. Sono vittime tutti coloro che subiscono un qualsiasi pregiudizio che ha effetti sulla propria salute. In particolare si tutelano coloro che danno la vita per il bene della collettività, come le Forze Armate e il Comparto Sicurezza, ma non solo. Infatti il concetto di dovere, come stabilito da Cassazione, SS.UU. 22753/2018, si lega anche ad attività che vanno oltre l’impiego pubblico.

Durante l’esercizio delle proprie funzioni si può essere esposti ad agenti cancerogeni, come amianto, gas radon o uranio impoverito, presenti nell’ambiente circostante o in immobili e strutture. Per esempio la capacità cancerogena dell’asbesto è confermata dall’ultima monografia IARC. In Italia sono ancora 40mila le tonnellate di materiali contenenti amianto presenti in case private, industrie e in edifici pubblici, come scuole e ospedali. A denunciare questa situazione di emergenza è l’Avvocato Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022“. Proprio l’Avv. Bonanni, oltre che essere presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, è anche presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere.

Il Gruppo Colombo Immobiliare S.r.l. ha stipulato un protocollo di intesa con l’Osservatorio Vittime del Dovere, per fornire assistenza tecnica, assistenza medica e tutela legale a tutte le vittime. Per ricevere assistenza legale gratuita è possibile chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form presente nella pagina.

Osservatorio Vittime del Dovere: cos’è e a chi si rivolge

L’Osservatorio Vittime del Dovere ha sede legale a Roma, Via Crescenzio 2, ed è iscritto nella sezione “Associazione di promozione sociale” del RUNTS. Come associazione si rivolge a tutti i cittadini, in quanto la parola “dovere” è interpretata come quella azione che si è obbligati a fare sia per una norma di legge sia per un valore morale o a causa di circostanze inderogabili. Il dovere si può fondare anche su un contratto stipulato con il proprio datore di lavoro, rispetto al criterio generale dell’art. 4 della Costituzione.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società“.

Tutelare i diritti di tutti i lavoratori

La Costituzione italiana tutela i diritti fondamentali della persona. Tra questi c’è anche il lavoro, valore cardine su cui si fonda il nostro Paese. Esso è fonte di sostentamento e strumento di affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza del lavoratore. Inoltre è anche un dovere di solidarietà che ciascun cittadino è tenuto a compiere per contribuire al progresso dell’intera collettività.

Tuttavia, quando un cittadino si trova sul luogo di lavoro, ha diritto a compiere le proprie funzioni in un ambiente privo di pericoli. È importante quindi salvaguardare la sicurezza sul lavoro, adottando tutte le misure di prevenzione necessarie per tutelare la salute e l’integrità fisica del lavoratore. La prevenzione primaria e la bonifica dei siti contaminati è dunque essenziale. Per questo l’Osservatorio Vittime del Dovere pone al primo posto la tutela dell’ambiente di vita e di lavoro.

Il dovere può trasformare i lavoratori in vittime e questo vale anche per i militari e le Forze dell’Ordine.

Al dovere del militare di esporsi al pericolo stricto sensu bellico (…) si contrappone lo speculare dovere dell’Amministrazione di proteggere il cittadino-soldato da altre foprme prevedibili e prevenibili di pericoli non strettamente dipendenti da azioni belliche, in primis apprestando i necessari presidi sanitari di prevenzione e cura e dotandolo di equipaggiamento adeguato o, quanto meno, non del tutto incongruo rispetto al contesto” (sentenza TAR Lazio, 80/2022).

Vittime del dovere ed esposizioni ad agenti cancerogeni

Durante l’esercizio delle proprie funzioni, le Forze Armate possono essere esposte a diversi fattori di rischio, come arsenico, gas radon, uranio impoverito, amianto e vaccini contaminati. Per questo motivo molti militari, oltre a subire infortuni, hanno sviluppato malattie professionali.

La relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta Uranio Impoverito offre un quadro completo dei rischi corsi dai soldati. Inoltre anche VII Rapporto ReNaM riporta come questa categoria sia tra le più colpite dalle malattie asbesto correlate, come il mesotelioma. Per questo, fin dal suo esordio, l’Osservatorio Vittime del Dovere collabora con l’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto.

L’obiettivo principale da perseguire è quindi la prevenzione tramite la rimozione degli agenti dannosi e pericolosi. Solo successivamente la tutela diventa risarcitoria. Infatti occorre salvaguardare i diritti di coloro che hanno subito un danno nell’espletamento del proprio dovere, che sia giuridico, morale, familiare o di solidarietà sociale.

Osservatorio Vittime del Dovere e la tutela dei diritti

Se durante la vita lavorativa si è stati a contatto con sostanze potenzialmente cancerogene, si ha il diritto al riconoscimento della causa di servizio e della qualità di vittima del dovere. Si è riconosciuti vittima del dovere quando si contraggono infermità per causa di servizio in condizioni ambientali e operative eccedenti l’ordinarietà (art. 1, co. 564, L. 266/2005 e art. 1 del d.p.r. 243/2006).

Una volta ottenuto il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere, si ha diritto a prestazioni assistenziali aggiuntive, come l’equo indennizzo e la pensione privilegiata. Si ha anche diritto a:

  • speciale elargizione da € 200.000, oltre a rivalutazione monetaria in ipotesi di inidoneità al servizio o di invalidità non inferiore all’80% (negli altri casi, € 2.000 per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria);
  • assegno vitalizio mensile di € 500, a condizione che abbiano una lesione invalidante pari al 25%;
  • speciale assegno vitalizio di € 1.033,00 mensili, a condizione che abbiano una lesione invalidante pari al 25%;
  • due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità;
  • esenzione IRPEF sulle pensioni;
  • assunzione per chiamata diretta con precedenza assoluta rispetto a ogni altra categoria (diritto esteso ai figli o al coniuge in caso di decesso o di invalidità che non consenta la prosecuzione dell’attività lavorativa);
  • esenzione dal pagamento del ticket sanitario;
  • accesso alle Borse di studio;
  • assistenza psicologica.

ONA TV orfani vittime del dovere

In caso di decesso il diritto alle prestazioni passa ai familiari della vittima. Tuttavia si pone il problema della tutela dei orfani di vittime del dovere. Infatti, a coloro che non sono a carico fiscale al momento della morte del congiunto, spesso non vengono riconosciuti i propri diritti. Approfondisce questa delicata questione l’episodio di ONA TV “Orfani delle vittime del dovere, dimenticati o discriminati?“.

 

Chi sono le vittime del dovere e quali sono i loro diritti?

Tutti i dipendenti pubblici e appartenenti a Forze Armate e Comparto Sicurezza, che hanno subito lesioni permanenti e invalidanti a causa della propria attività lavorativa, sono considerati vittime del dovere. In particolare rientrano in questa categoria coloro che subiscono danni impiegati in:

  • contrasto di ogni tipo di criminalità;
  • svolgimento di servizi di ordine pubblico;
  • vigilanza a infrastrutture civili e militari;
  • operazioni di soccorso;
  • attività di tutela della pubblica incolumità;
  • contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.

Fanno parte delle Forze Armate l’Esercito (componente terrestre), la Marina Militare (componente navale), l’Aeronautica Militare (compente aerea) e l’Arma dei Carabinieri (componente terreste, funzioni speciali di gendarmeria e polizia militare). Invece sono compresi nel Comparto Sicurezza Polizia di Stato, Polizia Locale, Corpo di Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Guardie Particolari Giurate e Vigili del Fuoco.

Ci sono poi gli equiparati a vittime del dovere. Questi sono coloro che hanno svolto attività particolari a stretto contatto con sostanze patogene, in particolari condizioni ambientali e operative disagiate.

Vittime amianto: difesa dei propri diritti

Se un lavoratore assicurato INAIL viene esposto ad amianto e contrae una patologia asbesto correlata, deve ottenere il certificato di malattia professionale. Una volta ricevuto, l’INAIL liquida determinate prestazioni, in base al grado invalidante:

  • inferiore al 6% l’INAIL non percepisce alcuna somma alla vittima e il risarcimento è totalmente a carico del datore di lavoro;
  • tra il 6 e il 15% si ha diritto all’indennizzo INAIL;
  • dal 16% la vittima ha diritto alla rendita INAIL, che prevede l’indennizzo del danno biologico e del danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.

Alla rendita si aggiunge anche il Fondo Vittime Amianto (art. 1, commi 241/246, L. 244/2007). Prevede la maggiorazione del 15% (Circolare INAIL n. 25 del 27 settembre 2021). Inoltre prevede una tantum di 10.000 euro a coloro che hanno sviluppato il mesotelioma a causa di esposizione ambientale ad asbesto.

Il riconoscimento di malattia professionale dà diritto anche ai benefici contributivi (ex art. 13, co. 7, L. 257/1992). Grazie alla maggiorazione contributiva del 50% del periodo di esposizione si può accedere al prepensionamento. Se si è già in pensione, invece, si avrà diritto alla rivalutazione dei contributi, utilizzando sempre il coefficiente 1,5. Invece, i lavoratori vittime di amianto che, nonostante l’accredito contributivo, non raggiungano il diritto alla pensione, possono fare domanda per la pensione inabilità amianto.

Osservatorio Vittime del Dovere e risarcimento danni

L’INAIL indennizza solo il danno biologico e quello per le diminuite capacità di lavoro. Tuttavia la vittima e i suoi familiari hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni differenziali e complementari (Cass., Sez. Lav., 767/2005). Il totale risarcimento dei danni, compresi quelli morali, esistenziali, catastrofali e tanatologici, spetta integralmente al datore di lavoro.

Per stabilire il valore del ristoro, si devono scomputare per poste omogenee le prestazioni INAIL. Inoltre la quantificazione dei danni non patrimoniali fa riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano, ma può essere personalizzata. Infatti il giudice può stabilire il valore del risarcimento valutando caso per caso.

In caso di decesso i familiari della vittima hanno diritto al risarcimento di due tipologie di danno:

  • iure proprio, cioè il pregiudizio diretto subito come vittima;
  • iure hereditatis, indiretto, che ha in qualità di erede.

Colombo Immobiliare e Osservatorio Vittime del Dovere

La Colombo Immobiliare agisce come società etica per tutelare la salute e l’ambiente. Per questo agisce insieme all’Osservatorio Vittime del Dovere. Grazie a questa collaborazione chiunque subisce dei danni mentre compie il suo dovere può ottenere giustizia.

Infatti ogni attività dovrebbe essere compiuta in modo da impedire qualsiasi pregiudizio alla salute, causato, per esempio, dall’esposizione a cancerogeni. Perciò il primo passo è la prevenzione primaria, cioè evitare ogni contatto con sostanze patogene tramite la segnalazione delle aree a rischio e la bonifica. La segnalazione può essere effettuata da qualsiasi cittadino tramite l’app amianto, ideata dall’ONA.

Per chiedere informazioni e ottenere la consulenza gratuita è possibile contattare la società tramite numero verde o compilando il formulario.