L’asbestosi è una malattia legata all’esposizione ad amianto: lo nome stesso lo ricorda. Si tratta di una cicatrizzazione diffusa nel tessuto polmonare causata dall’inalazione delle fibre di asbesto. I sintomi di questa forma di fibrosi interstiziale sono un respiro affannoso e una resistenza ridotta agli sforzi.

Si può prevenire l’asbestosi evitando le esposizioni all’amianto, sia di tipo ambientale che professionale. Da decenni l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e l’avv. Ezio Bonanni che ne è il presidente, lottano per raggiungere questo obiettivo. Le bonifiche sono infatti l’arma principale per la prevenzione delle esposizioni. Lo sa bene anche il Gruppo Colombo Immobiliare, che grazie ad un protocollo d’intesa con l’ONA offre consulenze tecniche sugli edifici a rischio amianto. Si segnala l’App Amianto, completamente gratuita, come utile strumento di prevenzione dalle esposizioni e di segnalazione degli edifici a rischio contaminazione. Come altri strumenti di prevenzione, in particolare per i fumatori, si consigliano un esame radiologico annuale e la vaccinazione antinfluenzale ed antipneumococcica per proteggersi dalle infezioni.

Chiunque, a casa o al lavoro, può essere esposto ad amianto in assenza delle necessarie bonifiche. Sono però gli individui che per lavoro restano a contatto più a lungo con l’amianto coloro che hanno maggiori probabilità di ammalarsi: il rischio asbestosi, come per le altre patologie correlate all’amianto, è proporzionale all’entità dell’esposizione.

Ancora oggi ci si ammala molto anche nel settore pubblico ed in particolare tra i lavoratori del Comparto Sicurezza e delle Forze Armate. Questi ultimi possono essere considerate Vittime del Dovere. L’avv. Bonanni è anche presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e tutela anche i lavoratori pubblici esposti e danneggiati dell’amianto per cause di servizio.

Asbestosi, fattori di rischio e sintomi

Quando si respirano le fibre di amianto o si ingeriscono insieme all’acqua potabile, è possibile che si sviluppino – anche a distanza di decenni – malattie gravi come il tumore al polmone e il mesotelioma. La cancerogenicità dell’amainto è certificata dalla IARC – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che a questa sostanza ha dedicato una monografia. Sono molte le diagnosi ogni anno per le malattie causate dall’asbesto: il VII Rapporto RenaM offre un quadro dettagliato sui mesoteliomi; mentre il Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022 dell’avv. Bonanni fa un quadro generale offrendo anche spunti di riflessione.

Le persone che hanno un maggiore rischio di sviluppare una asbestosi polmonare sono i lavoratori che quotidianamente hanno a che fare con l’amianto. Chi lavora nei cantieri navali, nel settore edile, nell’industria tessile; i minatori; chi ristruttura le case, i manutentori, chi bonifica l’amianto stesso dagli edifici contaminati. Anche i familiari dei lavoratori appartenenti a queste categorie sono a rischio: possono infatti venire a contatto con le fibre di amianto in maniera secondaria (es. lavando i vestiti sporchi di polvere). E’ a rischio anche chi è sottoposto ad esposizioni ambientali.

I sintomi dell’asbestosi sono graduali e compaiono soltanto dopo una vasta cicatrizzazione dei polmoni con conseguente irrigidimento. Lieve dispnea (respiro affannoso che progressivamente può peggiorare) e ridotta tolleranza allo sforzo sono i primi campanelli d’allarme. Chi fuma ed è affetto da bronchite cronica, con l’asbestosi può presentare tosse e respiro sibilante. Il 15% dei pazienti con asbestosi malattia ha grave dispnea e insufficienza respiratoria. Anche l’ippocratismo digitale (ingrossamento delle estremità delle dita di mani o piedi), con alterazione dell’angolo alla base dell’unghia sono segnali di asbestosi polmonare. Si può verificare cuore polmonare, quando i polmoni sono gravemente danneggiati e il muscolo cardiaco si sovraccarica di lavoro causando un’insufficienza.

Asbestosi diagnosi e trattamento della patologia

La diagnosi di asbestosi si effettua partendo dall’anamnesi di esposizione all’amianto; all’esame obiettivo si auscultano sfregamenti durante la respirazione. Dal punto di vista clinico, ci si basa su RX torace e TC (tomografia computerizzata). Raramente è necessaria la biopsia.

Dall’imaging si possono notare, nella zona periferica dei lobi inferiori dei polmoni, opacità reticolari lineari che indicano la fibrosi; un aspetto a nido d’ape indica una malattia avanzata (nei campi polmonari medi e inferiori). Nei polmoni si possono notare, oltre alle cicatrizzazioni, ispessimenti o placche pleuriche; patologie queste ultime che di per sé non evolvono in senso maligno, ma che possono essere anticipatorie di quelle più gravi; quindi è necessario iniziare subito il trattamento.

Il trattamento dell’asbestosi è di supporto per il paziente. L’asbestosi prevede infatti una terapia sintomatica, volta a migliorare la qualità della vita dei pazienti che in particolare faticano a respirare. Il trattamento infatti aiuta a calmare i sintomi asbestosi e a facilitare la respirazione. In genere si somministra ossigeno per ridurre nell’asbestosi sintomi come il respiro affannoso. I farmaci, invece, sono utilizzati insieme ad alcuni accorgimenti di vita quotidiana (es. la riduzione del sale nella dieta e dimagrimento, se necessario) per alleviare l’insufficienza cardiaca. Per i pazienti più deboli, è prevista anche una riabilitazione polmonare.

La prognosi dell’asbestosi è variabile. Molti pazienti sono asintomatici o hanno sintomi lievi, altri invece sviluppano dispnea progressiva. Più rari sono l’insufficienza respiratoria, lo scompenso ventricolare destro o neoplasia. Il tumore al polmone (in genere carcinoma polmonare non a piccole cellule) si verifica nei pazienti con asbestosi 8-10 volte di più rispetto a chi non presenta la malattia. Inoltre il fumo di sigaretta e l’amianto hanno un effetto cancerogeno sinergico, cioè di potenziamento; smettere di fumare, per gli esposti all’amianto, diventa così un aspetto fondamentale di prevenzione.

I numeri delle vittime di malattie amianto in Italia

L’Istat riporta oltre 50 decessi per asbestosi ogni anno; più del 90% sono uomini, con una frequenza maggiore oltre i 65-70 anni. Il trend è in aumento dal 2003 (+64%). “Osservando anche le concause, l’asbestosi è presente nei certificati di morte in oltre 264 casi nel 2015, un numero di oltre 4 volte più elevato rispetto alla causa iniziale“. Lo riporta nella “Memoria risoluzioni amianto” redatta a seguito della XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) della Camera dei deputati dell’ottobre 2018. “La geografia regionale della mortalità per asbestosi è simile a quella per mesotelioma pleurico con poche peculiarità. Anche in questo caso le regioni più colpite sono generalmente quelle del Nord“.

asbestosiLe vittime sono in aumento, e non solo per asbestosi: anche per tumore polmonare e mesotelioma. L’ONA stima il picco tra il 2025 e il 2030, data la latenza pulridecennale delle malattie asbesto correlate. In Italia l’amianto è ancora molto diffuso e sono migliaia i siti da bonificare. Ci sono ancora oltre 40 milioni di tonnellate di amianto da bonificare tra edifici privati e pubblici, come scuole, biblioteche, ospedali.

In base ai dati dell’Istituto superiore di Sanità (ISS) esposti nel seminario “Amianto e Salute: priorità e prospettive nel trentennale del bando in Italia” del 24 marzo 2022, i casi di decesso per asbestosi tra il 2010 e il 2016 in Italia sono stati 405 (tra gli uomini 361 e 44 tra le donne). E più in generale, sono stati ogni anno 4.410 i “decessi attribuibili ad esposizione ad amianto (3.860 maschi, 550 femmine): 1.515 per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi, 2.830 per tumore polmonare, 16 per tumore ovarico” nel periodo 2010-2016.

Asbestosi malattia professionale: diritti e tutele

Difficilmente sviluppa questa malattia chi non è esposto in modo costante all’amianto. Per sua caratteristica, quindi, l’asbestosi è considerata una malattia professionale. Chi si ammala di asbestosi ha perciò diritto a particolari tutele. L’asbestosi fa parte delle patologie asbesto correlate riconosciute dall’INAIL nella lista I, in cui sono contenute le malattie direttamente collegate alle esposizioni a determinati cancerogeni e sostanze mutagene particolarmente pericolosi per la salute.

Con l’inserimento in questa lista, il nesso causale tra malattia ed esposizione è già comprovato ed il lavoratore non ha l’onere della prova; per ottenere il riconoscimento della malattia professionale basterà quindi provare che la sostanza era presente nell’ambiente lavorativo, senza limiti di soglia minima. Il lavoratore esposto all’amianto avrà diritto anche al prestazione del Fondo vittime amianto e, in base al danno biologico subìto, anche all’indennizzo o alla rendita Inail.

Fino al 6% di danno biologico riconosciuto si applica la franchigia Inail e l’indennizzo sarà a carico del datore di lavoro; oltre il 6% il pagamento è dovuto dall’Inail. Fino al 15% la somma dovuta dall’ente sarà un indennizzo una tantum; dal 16% invece il lavoratore avrà diritto ad una rendita mensile. Il danno biologico non è l’unico risarcibile al lavoratore. Può chiedere infatti anche il risarcimento del danno differenziale, che è sia di tipo patrimoniale che non patrimoniale.

Dal punto di vista prevenziale, invece, il lavoratore avrà diritto al riconoscimento di una maggiorazione contributiva del 50% per tutto il periodo riconosciuto di esposizione. Questo sarà valido per arrivare alla pensione o, qualora già in quiescenza, alla rivalutazione dell’assegno. In alternativa, se non si accede al prepensionamento nemmeno con la maggiorazione contributiva, si ha diritto alla pensione di inabilità amianto.

Consulenza tecnica gratuita: contattaci

Informati subito per sapere quale è la tua posizione chiamando il numero verde 800.034.294. I volontari dell’ONA e i tecnici di Colombo Immobiliare saranno a tua disposizione se hai bisogno di una consulenza tecnica gratuita, oppure di assistenza medica e legale per asbestosi. Rivolgersi a questi due enti è la scelta giusta per ottenere assistenza professionale e conoscere nel dettaglio i tuoi diritti. Chiedi informazioni al numero verde oppure contattali tramite form e sarai richiamato.