Il termine amianto identifica un gruppo di minerali della famiglia dei silicati. Quindi non un solo amianto minerale, ma tanti, tutti accomunati da medesime caratteristiche. sinonimo di asbesto,
I cosiddetti minerali di amianto hanno tutti una natura fibrosa a cui è connessa la loro comprovata pericolosità per la salute umana. Ma andiamo con ordine e scopriamo cosa sono, quale è asbesto formula chimica, come sono classificati dal legislatore e dove si trovano, nelle nostre case, edifici e industrie.
Il Gruppo Colombo Immobiliare collabora con l’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e il suo Presidente l’Avv. Ezio Bonanni. L’associazione è da sempre in prima linea nella lotta all’amianto in Italia. Attraverso la consulenza tecnica gestita da Colombo è possibile valutare il rischio amianto nei condomini e negli immobili privati, scongiurando il rischio di ammalarsi.
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Minerali di amianto: che cosa sono?
I minerali di amianto, come dicevamo più su, sono un gruppo di minerali abbastanza vasto, accomunati dalla natura fibrosa, anche detta asbestiforme. La natura fibrosa consiste nella capacità di suddividersi longitudinalmente in fibre sottili, chiamate anche fibrille, lunghe e flessibili. Si suddividono ulteriormente diventando via via più sottili, fino a raggiungere il diametro di 0,25 ųm (1300 volte più sottile di un capello umano), impercettibile ad occhio umano.
Proprio in virtù di questa forma e dimensione rimangono sospese a lungo negli ambienti e sono facilmente inalabili, o ingeribili.
Per essere definito asbestiforme un minerale amianto deve dunque possedere una struttura fibrillare, una certa flessibilità̀ e una particolare resistenza delle singole fibre. I minerali di amianto sono tipicamente formati da singole fibre più lunghe di 5 µm e con rapporto lunghezza/larghezza di almeno 3:1.
Quindi i minerali asbestiformi sono fibrosi, ma non tutti i minerali fibrosi sono asbestiformi.
Le caratteristiche dei minerali di amianto
I minerali di amianto sono stati utilizzati in oltre 3000 applicazioni in tutti i campi dell’industria e dell’edilizia, dai trasporti alla cosmesi. Solo nel campo dell’edilizia si contano centinaia di applicazioni. L’amianto, infatti, è virtualmente indistruttibile: resiste al fuoco ed al calore (fino a 2000°) ed è inattaccabile da agenti esogeni (come gli acidi). Estremamente flessibile, resiste alla trazione; è fonoassorbente e facilmente friabile. A queste caratteristiche fisiche molto appetibili si aggiunge l’abbondanza amianto in natura e l’economicità che sono a base della sua ampia e capillare diffusione.
Per le sue caratteristiche di fonoassorbenza veniva spruzzato su pareti e soffitti di tutti gli edifici pubblici (comprese scuole, metropolitane e palestre). Uno strato soffice di alcuni centimetri su soffitti e pareti garantiva l’ovattamento dei suoni, una minore intensità dei rumori e una migliore comprensione delle parole non compromesse dagli echi acustici.
Per le sue capacità termoisolanti è stato utilizzato nelle tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie e forni e ancora nei freni e in tutte le componenti a contatto con fonti di calore.
Se legato a matrici resistenti e stabili, l’amianto è compatto (come nel caso dell’Eternit). Se legato con matrici non compatte è friabile (come nel caso dei materiali spruzzati sui soffitti).
Dove si trova l’amianto in Italia e nel mondo?
L’amianto sinonimo di asbesto è presente in natura in molte parti del globo, dalle Alpi italiane al Canada, passando per la Russia e molti altri luoghi del pianeta. Si ottiene facilmente dalla roccia madre in seguito a macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
Per diventare amianto i minerali di partenza devono subire particolari processi idrotermali di bassa pressione e bassa temperatura.
Classificazione dei minerali di amianto secondo la legge
L’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE, ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE, definisce e classifica i minerali di amianto. Individua così:
- actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
- grunerite di amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5;
- antofillite d’amianto, n. CAS 77536-67-5;
- crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
- crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
- tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.
Tra questi solo asbesto crisotilo, detto comunemente “amianto bianco”, appartiene alle serie dei serpentini. Tutti gli altri (l’amosite, la tremolite, l’antofillite, l’actinolite e la crocidolite) appartengono invece agli anfiboli (dal greco αμφίβολος e dal latino amphibolus = ambiguo).
I minerali di amianto estromessi dal legislatore
La classificazione del legislatore che abbiamo visto più su, purtroppo, non è in grado di riprodurre la variegata diversità dei minerali di amianto presenti in natura. Ognuno di essi infatti, anche quelli che appartengono allo stesso gruppo, ha una differente formula chimica e componenti eterogenei.
L’erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite hanno le stesse caratteristiche fisico-chimiche degli altri minerali di amianto e causano gli stessi amianto danni alla salute, eppure sono state omesse dal legislatore. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha denunciato la necessità di adeguamento della legislazione. La mancata classificazione della fluoro-edenite e di altri minerali asbestiformi come minerali di amianto espone infatti a rischio molti cittadini. Li priva inoltre di ogni tutela, preventiva e risarcitoria.
Tutti i minerali di amianto: le tipologie
Qui di seguito scopriamo le caratteristiche della fibra di amianto e la formula chimica di ognuno dei minerali di asbesto classificati dalla legge. I tipi di amianto sono:
Crisotilo
Il crisotilo (dal greco χρυσός= fibra d’oro) o “amianto bianco-verde-grigio-giallastro”, è un silicato idrato di magnesio ed è l’unico della lista ad appartenere al gruppo dei serpentini. La formula chimica è 3MgO,2SiO,2H2O- n. CAS 12001-29-5. Il crisotilo ha fibre di lunghezza variabile, soffici e setose, con elevata resistenza meccanica ed elevata flessibilità. Tra i tipi di asbesto crisotilo ha una buona tenuta agli agenti alcalini e una temperatura di decomposizione tra i 450-700°C. Si tratta del tipo di amianto più diffuso ed utilizzato. Come amianto crisotilo pericolosità è confermata.
Actinolite
L’actinolite o actinoto (dal greco ακτινωτο = pietra raggiata) o “amianto verde-nero” fa parte, come tutti i minerali di amianto che trovate di seguito, della serie degli anfiboli. Per questo tipo di amianto composizione chimica è 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O ed è un silicato idrato di calcio, ferro e magnesio. Componente abbondante delle rocce scistose-cristalline della catena alpina, ha una temperatura di decomposizione tra 620-900°C.
Tremolite d’amianto
La tremolite o “amianto grigio-verde-giallo” ha come asbesto formula 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O. Comune in molte località alpine, prende il nome dalla Valle Tremola nel massiccio del S. Gottardo nel Canton Ticino, nei pressi del quale fu studiato per la prima volta. Fragile, ma con più resistenza al calore rispetto ad altri anfiboli, ha una temperatura di decomposizione tra 950-1040°C.
Amosite
L’amosite (dall’acronimo di Asbestos Mines of South Africa) o “amianto bruno-giallo-grigio” è anche detta cummingtonite o grunerite. La formula chimica è 5.5FeO,1.5MgO,8SiO2,H2O che ne fa un silicato idrato di ferro e magnesio. Le fibre sono lunghe, dritte e fragili, con una flessibilità discreta e una particolare stabilità al calore. La temperatura di decomposizione è tra 600-800°C. Utilizzata prevalentemente come isolante termico è stata usata con relativa abbondanza.
Crocidolite
La crocidolite o “amianto blu” o riebeckite, proviene dalle vicinanze di Griqua Town, nell’Africa australe da cui l’appellativo amianto del Capo. La formula chimica di crocidolite amianto blu è Na2O,Fe2O3,3FeO,8SiO2,H2O che ne fa un silicato idrato di sodio, ferro ferrico, ferro ferroso e magnesio. Ha fibre di amianto diritte, maggiore resistenza agli agenti acidi rispetto agli altri tipi di anfiboli, buona flessibilità e temperatura di decomposizione tra 400-600°C.
Antofillite
L’antofillite (dal latino antophyllum = garofano) o “amianto verde-giallo-bianco” è un silicato idrato di magnesio con formula chimica 7MgO,8SiO2,H2O- n. CAS 77536-67-5. Frequente nei micascisti dell’Alto Adige (Val Passiria, sopra Merano) e in misura inferiore anche nell’isola d’Elba e nelle Alpi e Prealpi Occidentali e in Finlandia, è fragile, con temperatura di decomposizione tra 600-850°C.
Usi dei minerali di amianto in edilizia
I minerali di amianto, legandosi facilmente con materiali da costruzione (come calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (come gomma e PVC), si sono diffusi in maniera rapidissima e hanno trovato impiego in moltissime applicazioni. Questo anche in virtù delle loro caratteristiche di resistenza al calore, alla trazione e agli acidi, di economicità e abbondanza.
I minerali di amianto sono stati largamente impiegati in centinaia di applicazioni nell’edilizia. Sono stati usati per costruire tegole, controsoffitti, coibentazioni del sottotetto, intonaci a spruzzo oppure insieme ad altri materiali negli impasti gessosi dati a cazzuola. L’Eternit, dal nome dell’azienda produttrice, è una lastra ondulata o piana, fatta di amianto, soprattutto crisotilo. Inserito in una matrice compatta, resistente, economico e pratico da montare.
Fu sato anche nei cassoni, nei serbatoi e nelle tubazioni per l’acqua comprese quelle degli acquedotti che trasportano acqua potabile.
L’amianto si usò in edilizia in tutti i manufatti che prevedevano un contatto con il calore: canne fumarie, camini e tubazioni di scarico fumi di combustione. Ancora pannelli, divisori e tamponature e pavimentazioni in vinil‐amianto. Questo genere di pavimentazione era chiamato“linoleum” ed aveva un contenuto di amianto variabile dal 3‐4% al 30%, prevalentemente crisotilo. Il linoleum fu ampiamente usato nelle pavimentazioni di edifici pubblici, tra cui palestre e ospedali. Riguardo l’amianto nell’edilizia sono disponibili sul sito tutte le informazioni su come riconoscerlo e cosa fare.
I minerali di amianto nell’industria
Nell’ambito dell’industria, i minerali di amianto venivano utilizzati negli edifici e nelle strutture adibite alla produzione. In particolare con le coperture in Eternit.
Nella produzione stessa, i minerali di amianto venivano usati per il trasporto di fluidi industriali (oli, acidi, etc.), in virtù della resistenza a temperatura e a pressione. In questo caso veniva usato un cemento‐amianto con più del 15% di asbesto miscelato.
Hanno avuto grande diffusione nella coibentazione di contenitori a tenuta termica. In questo caso veniva usato amianto friabile, soprattutto amosite. Sul sito ci sono anche tutte le informazioni sull’amianto nell’industria, in particolare su come riconoscerlo e cosa fare.
Amianto nell’industria dei trasporti e tessile
I minerali di amianto sono stati ampiamente utilizzati nel settore dei trasporti. In tutti i componenti di navi, treni, aerei ed automobili in cui la resistenza al calore dell’amianto giocava un ruolo fondamentale. Freni, frizioni, coibentazioni di testate dei motori, di marmitte, cavi e guarnizioni di tenuta. Ancora negli isolamenti termoacustici di tetti, pareti e pavimenti dei rotabili.
Sin dal XVIII secolo i minerali di amianto si usavano sotto forma di fibre nell’intreccio di tessuti a metraggio ignifughi: nastri e corde per isolamenti elettrici e termici, feltri, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, pantaloni, guanti, ghette e stivali. Le tute per i vigili del fuoco e tutto il loro equipaggiamento, compresi i guanti, erano tessuti utilizzando le fibre di amianto.
Minerali di amianto e i pericoli per la salute
Le fibre di amianto (Immagine: Giorgia De Salvo)
La pericolosità dei materiali di amianto dipende dalla loro capacità di rilasciare fibre nell’ambiente. Per questo motivo il legislatore ha suddiviso i minerali di amianto in base alla loro friabilità (Legge 257/92). L’amianto in matrice compatta infatti rilascia fibre solo in caso di usura, mentre quello friabile le rilascia in qualsiasi momento.
Si definiscono friabili i materiali in minerali di amianto che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita.
Si definiscono compatti i materiali di amianto duri, senza possibilità di essere ridotti in polvere se non con l’impiego di attrezzi meccanici o attraverso occasionali danneggiamenti o attraverso l’erosione del tempo e degli agenti atmosferici.
Qui trovate tutte le informazioni sulla bonifica amianto, unica soluzione che permette di evitare i danni alla salute provocati dall’asbesto. Anche in caso di amianto compatto infatti le usure dovute e terremoti e altri eventi traumatici, usura ed erosione non sono sempre controllabili.
Le diverse malattie asbesto-correlate
Le fibre (o fibrille) dei minerali di amianto disperse nell’aria possono essere facilmente inalate. Una volta inalate provocano fenomeni infiammatori, tra cui asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici. Questi fenomeni infiammatori possono poi evolvere in cancro. Il cancro causato da esposizione ad asbesto però può colpire anche altri organi, non solo quelli delle vie respiratorie.
L’INAIL inserisce nella lista I asbestosi, placche e ispessimenti pleurici, cancro della laringe, delle ovaie, dei polmoni e mesoteliomi. Queste patologie devono essere sempre riconosciute come malattie professionali insorte per causa lavorativa e in quanto tali prevedono un indennizzo da parte dell’INAIL (Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro). Infatti godono della presunzione legale d’origine.
Riguardo il nesso causale si è pronunciata anche Cassazione Civile, Sez. 3, 29 aprile 2022, n. 13512, che ha ripreso Cass, 4 n. 33311 del 24.05.2012.
“Il nesso causale tra l’esposizione e l’evento infausto può ritenersi dimostrato allorché, applicando leggi scientifiche universali o statistiche ovvero il metodo di giudizio controfattuale, pur non risultando in concreto possibile determinare con esattezza il momento di insorgenza della patologia, si raggiunga comunque la prova che la condotta doverosa omessa avrebbe potuto incidere anche soltanto sul tempo di latenza o sul decorso della malattia“.
Malattie nelle liste II e III dell’INAIL
Altri tipi di cancro causati dall’esposizione all’amianto sono inseriti nelle LISTE II e III dell’INAIL.
Nella lista II ci sono:
- tumore della faringe;
- cancro dello stomaco;
- tumore del colon retto.
Nella lista III compare solo il tumore dell’esofago.
In questi casi non c’è la presunzione legale di origine. Quindi vi è l’onere della prova del nesso causale da parte di coloro che hanno contratto queste malattie. Una volta confermato il nesso, le vittime dell’esposizione all’amianto possono ricevere tutti i benefici e gli indennizzi previsti dalla legge.
Poi esistono altre neoplasie correlate all’amianto che, però, non sono riconosciute dall’INAIL. In particolare il professor Ugazio e la letteratura scientifica riconoscono:
- tumore al cervello;
- cancro alla colecisti;
- neoplasia al pancreas;
- tumore alla prostata;
- cancro al rene;
- neoplasia alla tiroide;
- carcinoma alla vagina-vulva;
- cancro alla vescica;
- tumori emolinfopoietici;
- cancro alla mammella.
Poi ci sono anche le patologie degenerative da amianto non tumorali, come la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer e la sclerosi laterale amiotrofica.
Tutela legale delle vittime dei minerali di amianto
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto assiste da decenni tutti coloro che sono vittime delle fibre asbestiformi dei minerali di amianto. Offre un servizio di assistenza legale gratuito per il riconoscimento della malattia professionale e il successivo indennizzo INAIL e per ottenere tutti i benefici previsti dalla legge.
L’esposizione ad amianto puoò provocare gravi danni alla salute. Questa può avvenire anche in luoghi di lavoro. In caso si contragga una patologia asbesto correlata di origine professionale, la vittima ha diritto al risarcimento danni.
È possibile ottenere maggiori informazioni chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.