L’amianto, asbesto sinonimo, identificano i minerali fibrosi, che hanno capacità ignifughe, fonoassorbenti e di resistenza la fuoco e al calore. Questi minerali per le loro eccellenti qualità sono stati utilizzati nell’edilizia pubblica, privata ed in innumerevoli altre applicazioni. Fin dall’inizio del secolo scorso se ne conoscevano le capacità lesive della salute. Tuttavia l’asbesto fu messo al bando solo con la L. 257 del 92.  Ora è bandito anche negli stati dell’Unione Europea. Complessivamente in 62 paesi, dei 5 Continenti. Mentre, in molti altri amianto produzione è ancora in corso. L’OMS raccomanda infatti il non utilizzo, ma esso non è un obbligo di legge.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto APS con cui la Colombo Immobiliare interagisce si prodiga in Italia per la bonifica e messa in sicurezza dei siti e la tutela delle vittime. In questa guida scopriamo il significato di asbesto e tutto quello che riguarda la presenza di asbesto nelle case e negli edifici. Quindi, scopriamo oltre il pericolo eternit, la normativa, gli incentivi e i bonus per la bonifica amianto nelle nostre abitazioni.

Per avere maggiori informazioni e ottenere una consulenza legale per il rischio amianto negli immobili è possibile chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare il form presente nella pagina.

L’amianto cos’è e quali sono i danni per la salute?

Che cos’è l’amianto? Amianto significato identifica un gruppo di minerali che sono fibrosi e che hanno la capacità di suddividersi in fibre longitudinali via via più sottili. Questa è una loro caratteristica comune che racchiude asbesto significato.

I tipi di amianto si dividono in due gruppi: i serpentini, di cui fa parte il crisotilo e gli anfiboli (dal greco αμφίβολος e dal latino amphibolus che significa ambiguo). Di questi ultimi fanno parte l’actinolite, amosite, crocidolite, tremolite e antofillite.

La pericolosità dell’asbesto coincide proprio con la sua struttura fibrosa. Infatti, è proprio questa capacità di sfibrare e la facilità di inalazione amianto a provocare danni alla salute umana. Infatti, una volta penetrate nel corpo umano, queste fibre provocano infiammazione, in più provocano la lesione del DNA. Nella mitilazione, le nuove cellule subiscono delle aberrazioni, che originano i tumori.

Il più aggressivo dei tumori è il mesotelioma, che purtroppo, è quasi sempre mortale.

I minerali sono resistenti al calore, economici, largamente presenti in natura, flessibili e resistenti e per queste loro caratteristiche sono stati utilizzati nei più svariati ambiti fino alla messa al bando della produzione all’inizio degli anni 90.

Il bando dell’amianto con la L. 257/92

Infatti, proprio sulla base di questa presa d’atto, è stata emanata in Italia la Legge 257 del 1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto killer). Questo gruppo di norme ha sostanzialmente introdotto il divieto di estrazione, lavorazione e produzione di asbesto e di prodotti contenenti asbesto nonché la commercializzazione. Tuttavia, questo complesso di norme, risulta violato. In più, quelle sulla bonifica, sono al quanto faragginose.

Il punto debole di questa normativa, è proprio l’assenza di un obbligo di bonifica. Teoricamente tutto è lasciato alla valutazione di amianto pericolosità sulla base dell’indice di friabilità. Tuttavia, non ci sono strutture organizzate per la valutazione tra amianto friabile e compatto, tenendo conto della vastità del fenomeno.

Quali sono le conseguenze? La conseguenza principale è il notevole ritardo nella bonifica e nella messa in sicurezza dei luoghi contaminati da amianto, che comprendono edifici privati e pubblici, tra cui scuole ed ospedali.

Ci sono inoltre minerali di asbesto amianto che non rientrano nell’art. 247 del Dlgs. 81/2008 che fornisce una classificazione dell’amianto. Secondo classificazione, ad esempio, la fluoroedenite è anch’essa lesiva per la salute umana. Ci riferiamo in particolare alla fluoroedenite. Questi minerali sono stati utilizzati a Biancavilla, alle falde dell’Etna, perché estratti nella vicina miniera di Montecalvario.

Questa situazione ha provocato una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate, nella popolazione di Biancavilla, e nei Paesi circostanti.

Strage mondiale amianto: OMS ordini il bando globale

I minerali fibrosi sono stati messi al bando in Italia e in tutta Europa, per un totale di 62 stati tra cui Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Kuwait, Seichelles e Uruguay. Tuttavia la produzione e la commercializzazione delle fibre killer di amianto nel mondo prosegue ancora.

Secondo l’OMS, che citiamo in corsivo di seguito, sono ancora 125 milioni i lavoratori esposti ad asbesto e 2 milioni le tonnellate di minerali estratte ed utilizzate: Currently, about 125 million people in the world are exposed to asbestos at the workplace (1). According to global estimates, at least 107 000 people die each year from Asbestos is one of the most important occupational carcinogens CHRYSOTILE ASBESTOS / 3 asbestos-related lung cancer, mesothelioma and asbestosis resulting from occupational exposures (1, 2, 8)”.

Solo 62 stati hanno emanato norme che pongono il divieto di estrazione e produzione di questi minerali fibrosi.

Per questi motivi, l’Avv. Ezio Bonanni, e l’ONA, hanno chiesto che l’OMS imponga in modo congente il bando dell’amianto. Così da obbligare gli ultimi produttori, ad abbandonare l’utilizzo e la produzione di questi minerali.

Eliminazione amianto nel 2025: decisione dell’Unione Europea

Dai dati epidemiologici registrati dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) emerge il perdurare dell’insorgenza di malattie attribuibili a esposizioni ad amianto. Questo vale non solo per l’amianto in Italia ma a livello globale. Per questo l’Unione Europea ha deciso che, dal 1 luglio 2025, tutti gli Stati membri dovranno aver provveduto all’eliminazione dei “prodotti” di amianto (Regolamento UE 2016/1005), al fine di perseguire lo sviluppo sostenibile e adempiere agli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il Parlamento Europeo, già a ottobre del 2021, aveva emanato una risoluzione che prevedeva la “protezione dei lavoratori dell’amianto”. Sollecitava quindi gli Stati membri a intraprendere tutte le azioni necessarie per eliminare gli effetti sulla salute delle potenziali esposizioni ad amianto, professionali e ambientali.

Recentemente il Parlamento Europeo ha ulteriormente modificato la direttiva 148/2009/CE, stabilendo di “abbassare il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili“.

Amianto: i numeri della strage in Italia

L’amianto cosa provoca? Quali sono i numeri dell’amianto? I numeri sono spaventosi: si calcola che in Italia, nel periodo che va dal 1946 al 1992, anno di messa al bando dei minerali di amianto, sono state utilizzate e lavorate 3.748.550 tonnellate di asbesto o amianto.

Nel 2019 nel nostro paese sono decedute più di 6.000 persone a causa dell’esposizione ad amianto, di cui circa 1.900 sono decedute a causa di mesotelioma pleurico, un tipo di cancro che colpisce la pleura e che ha nell’esposizione all’amianto la sua unica causa possibile.

Circa 3.800 italiani sono morti a causa di un tumore polmonare causato da asbesto.

107.000 decessi ogni anno solo per 3 delle malattie asbesto correlate (asbestosi, mesotelioma e tumore al polmone), considerando solo quelle di origine lavorativa e 125 milioni di lavoratori esposti.

ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, si occupa del monitoraggio delle malattie correlate all’esposizione ad asbesto e ne ha riscontrato una particolare incidenza nelle regioni dell’Italia settentrionale. Qui dove l’industrializzazione è più marcata si è fatto infatti un più massiccio utilizzo dei minerali di amianto (Libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022).

Le Nazioni Unite informano che il numero delle vittime è in aumento a causa del lungo periodo di latenza che contraddistingue le amianto eternit malattie.

I numeri dei decessi per amianto stimati dall’OMS appaiono invece sottostimati perché non tengono conto di tutte le malattie amianto correlate e non censisce molti dei paesi che ancora utilizzano i minerali di amianto (un approfondimento sulla quantità di amianto tuttora prodotta in alcuni paesi su ibasecretariat.org). 

Le malattie asbesto correlate: quali sono e come prevenirle

amianto nei polmoni

L’effetto dell’esposizione ad amianto nei polmoni (Immagine: Giorgia De Salvo)

Quali sono le malattie asbesto correlate e i danni che l’esposizione all’asbesto provoca alla salute umana? Per esposizione ad amianto danni possono essere di vario tipo. Asbestosi e placche pleuriche (che provocano a loro volta tumori della pleura e complicazioni cardiocircolatorie e cardiovascolari) possono essere, così come il mesotelioma, provocate esclusivamente dall’esposizione alla fibra killer. Tra queste la più grave è il mesotelioma. Colpisce più frequentemente la pleura, ovvero la membrana che avvolge i nostri polmoni, o in alternativa il peritoneo, ovvero la membrana che avvolge gli organi addominali. Il mesotelioma del pericardio (sierosa del cuore) e quella della tunica vaginale del testicolo sono invece rari.

Ha alta incidenza negli esposti ad amianto il tumore del polmone. Tra le malattie asbesto correlate compaiono anche il tumore delle ovaie, dello stomaco, della faringe, della laringe, del colon e dell’esofago. L’amianto è cancerogeno, come specificato nell’ultima monografia IARC World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans – Vol. 100C  “Arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C – A review of human carcinogens” ASBESTOS – Lyon, France – 2012.

Chiunque abbia contratto una di queste malattie a seguito di esposizione eternit per cause professionali può ottenere risarcimento danni amianto, rivalutazioni dei benefici contributivi e accesso al fondo per le vittime. L’ONA offre consulenza legale e medica gratuita agli esposti al rischio patologie asbesto correlate amianto negli immobili.

Come si contraggono le malattie asbesto correlate?

Oltre all’esposizione professionale o a quella a cui vanno incontro i familiari degli operai esposti, è possibile contrarre una malattia asbesto correlata a causa dell’esposizione ambientale. Lì dove sono stati presenti i grandi stabilimenti per la produzione di manufatti in asbesto e lì dove la presenza del minerale nei manufatti stessi ancora in uso è alta, a morire sono anche coloro che abitano nelle vicinanze.

Ciò si è verificato a Casale Monferrato, nei pressi dello stabilimento di Broni e in altri siti: le fibre hanno contaminato le popolazioni e le città; quindi hanno provocato aumento dei casi di mesotelioma.

Le fibre di amianto, comprese quelle di crisotilo, hanno la capacità cancerogena. Quindi, causano sempre danno alla salute comprese le malattie più gravi. Quindi anche le matrici compatte hanno la capacità lesiva perchè perdono il potere aggrappante.

In seguito all’usura o alle sollecitazioni meccaniche, le superfici in amianto iniziano a sfaldarsi. Si diffonde nell’ambiente, così, la fibra di amianto. In questo stato la presenza di asbesto risulta pericolosa per la salute umana. Approfondisci e l’argomento  Gli atti della conferenza: come la ricerca scientifica può sconfiggere i tumori da amianto (video)”

A che distanza le fibre di asbesto sono pericolose?

L’amianto fa male? L’amianto quando diventa pericoloso? Eternit pericolosità possono essere classificate in base allo stato dei materiali di asbesto presenti. L’amianto pericoloso è friabile. L’amianto compatto non è pericoloso per la salute umana, ma lo diventa non appena danneggiato.

Qual è la definizione di amianto friabile e compatto? L’amianto friabile è l’asbesto ridotto in polvere. A differenza della polvere di eternit, l’amianto compatto è l’asbesto che forma superfici compatte e integre ma che può essere soggetto a danneggiamenti e sbriciolamenti causati dall’erosione degli agenti atmosferici, traumi e sollecitazioni meccaniche.

Non è determinabile a priori quanto asbesto occorre respirare per ammalarsi, né è possibile definire una distanza di sicurezza da una superficie di asbesto friabile o soggetta a sbriciolamento. Le fibre rilasciate nell’aria, infatti, possono coprire un’area la cui estensione è fortemente influenzata dagli agenti atmosferici. L’unica sicurezza rispetto al rischio amianto, in particolare alle polveri amianto, è la rimozione dei materiali in asbesto che garantisce la certezza del rischio zero.

Dove si trova l’amianto e i materiali che lo contengono?

Amianto dove si trova? L’asbesto ha trovato utilizzato in tremila applicazioni. Tra le più diffuse ci sono state quelle nell’edilizia. Infatti, fin dai primi anni nel 900, i materiali in cemento sono stati rinforzati con l’uso dei minerali di amianto. Siamo di fronte al cemento amianto definito anche Eternit. Questa denominazione evoca l’indistruttibilità dell’amianto, e così venne identificata anche la multinazionale che si è occupata della produzione di cemento amianto.

In Eternit furono create le onduline. Ovvero, quella tipica lastra ondulata, che tutti noi abbiamo avuto modo di incontrare certamente in più di qualche occasione sul nostro cammino. Infatti, quasi tutti i tetti costruiti fino al 1992, recano i tetti in amianto e cemento amianto.

Alle applicazioni più svariate nel campo dell’edilizia seguono quelle nei trasporti (aerei, navi, treni, freni delle auto), della cosmetica (il borotalco), nella produzione di tute ignifughe e mezzi militari e in tanti altri ambiti.

L’uso dell’amianto nell’edilizia e negli immobili

L’asbesto è stato utilizzato in modo massiccio nell’industria edile. Impastato con il calcestruzzo veniva utilizzato per alleggerire e rendere più resistenti le tegole, ma anche gli intonaci e gli stucchi. Sotto forma di Eternit, dal nome del brand produttore di cemento asbesto era usato in lastre ondulate nelle coperture di edifici industriali, civili e prefabbricati – la classica tettoia di Eternit) e in lastre piane come nelle pareti divisorie. Ancora nella produzione di tubi di acquedotti dell’acqua potabile, fognature, serbatoi d’acqua e canne fumarie.

L’asbesto nelle case era utilizzato, ed è tuttora presente in molti edifici, nelle tegole amianto, soffitti, pareti divisorie, tetti di amianto e coperture. Per le sue proprietà ignifughe ne hanno determinato l’ utilizzo anche nella produzione di oggetti di uso comune che si possono trovare in casa come  asciuga capelli, forni, stufe, tendaggi, teli da stiro, filtri per sigarette e persino in alcuni giocattoli, come la sabbia artificiale dei giochi per bambini, nelle solette delle scarpe e in alcuni preparati farmaceutici.

L’asbesto era utilizzato nelle fabbriche nella costruzione edile di impianti, edifici e capannoni e presente in tutti quei macchinari, caldaie, forni, mezzi di trasporto e apparecchi in cui le proprietà ignifughe dell’asbesto potevano risultare utili.

Bonifica amianto: confinamento, incapsulamento e smaltimento

In Italia ci sono ancora più di 40.000.000 di tonnellate di materiali di asbesto non bonificato. I micro siti contaminati sono circa un 1.000.000, di cui quelli più rilevanti almeno 50.000 tra cui più di 2.292 scuole, 800 biblioteche e centri di studio, 250 ospedali, e 300.000 km di tubature di acqua potabile.

La bonifica svolge un ruolo fondamentale per prevenire i danni da asbesto in seguito all’esposizione. Infatti, sia l’incapsulamento che il confinamento e meglio ancora lo smaltimento, evitano eventuali esposizioni. Quindi, il danno prima infiammatorio e poi cancerogeno. Tanto è vero che, la stessa prevenzione primaria è lo strumento indispensabile per l’effettiva ed efficace tutela della salute e dell’ambiente. Approfondisce questo tema il convegno organizzato dall’ONA il 26 luglio: “Amianto, ambiente, salute: per Roma Capitale d’Europa“.

Le patologie asbesto correlate sono infatti dose dipendenti, sebbene non abbiano una soglia minima al di sotto della quale il rischio è zero motivo per cui, per ridurre il rischio a zero è necessario evitare tutte le esposizioni.

La legge del 1992 che ha bandito la produzione e commercializzazione dell’asbesto nel nostro Paese non obbliga alla rimozione dell’asbesto, una normativa obbliga però a darne comunicazione agli enti preposti.

Rapporti tra la L. 257/92 e la normativa sulla bonifica

Qual è la normativa per la bonifica amianto? Secondo la normativa è d’obbligo comunicare alle autorità sanitarie (ASL) la presenza del manufatto contenente asbesto friabile o del presunto sito di contaminazione da amianto (l. 27 marzo 1992, n. 257). La sua violazione, ovvero nel caso di omessa comunicazione, è suscettibile di sanzione amministrativa (pecuniaria, oltre i 2.000 euro).

Nel caso in cui l’asbesto presente nell’edificio sia compatto non vi è l’obbligo di comunicazione ma è necessario fare un sopralluogo tecnico per una valutazione del rischio eternit.

La bonifica negli edifici privati è un onere che grava esclusivamente sui proprietari (Comune e Asl non sono tenuti infatti ad effettuare sopralluoghi).

Valutazione del rischio amianto: interventi

La valutazione dei rischi dovuti alla polvere di amianto e di materiali contenenti amianto ad opera del personale tecnico abilitato stabilisce la natura e il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.

Il tecnico preposto, a chiusura della valutazione, provvede alla stesura di una relazione tecnica, in cui viene riprodotto il processo d’indagine, le risultanze e le successive attività applicabili.

A seconda dei risultati della valutazione del rischio esposizione amianto verranno predisposti interventi differenti. Le possibilità sono 3:

  1. Materiali integri non suscettibili a danneggiamento: non sussistendo un amianto pericolo in atto o potenziale o di esposizione degli occupanti, non è necessario un intervento di bonifica ma occorre un controllo periodico delle condizioni dei materiali ed il rispetto di idonee procedure di manutenzione.
  2. Materiali integri ma suscettibili a danneggiamento: è necessario adottare provvedimenti idonei ad evitare il pericolo amianto di danneggiamento e quindi attuare un programma di controllo e manutenzione. Qualora non dovesse risultare possibile ridurre significativamente amianto rischi di danneggiamento dovrà essere preso in considerazione un intervento di bonifica amianto.
  3. Materiali danneggiati: è necessario eliminare il rilascio in atto di fibre, attuando uno dei provvedimenti previsti nel D.M. 06/09/94: rimozione amianto, incapsulamento o confinamento.

Come fare la bonifica di un sito contaminato?

Per le operazioni di bonifica è necessario rivolgersi a una ditta autorizzata allo smaltimento amianto, ovvero di professionisti regolarmente iscritti all’Albo Gestori Ambientali nella Categoria 10.

  • Bonifica tradizionale

Qual è il significato di una bonifica amianto? Bonificare un sito dall’asbesto, che sia un’abitazione o un edificio privato o pubblico, significa rimuovere e conferire in discarica l’asbesto presente nell’edificio. Si tratta dell’unico sistema per ridurre il rischio a zero. In alternativa esistono altri sistemi di bonifica più economici che però hanno un’efficacia temporanea o che può essere messa in crisi da determinati eventi e che ne limita l’efficacia di riduzione di eternit rischi.

  • Incapsulamento

La tecnica di bonifica dell’incapsulamento, di cui al D.M. 20/08/1999, in relazione al D.M. 06.09.1994, consiste nell’utilizzo di un liquido aggrappante che andrà a ricoprire le superfici di materiali contenenti minerali di asbesto impedendo così il rilascio di fibre. Questo metodo riduce a zero il rischio di esposizione, ma è uno strumento provvisorio. Il liquido con il passare del tempo perde la sua capacità aggrappante e le fibre tornano a disperdersi negli ambienti, con il rischio di essere inalate. Quali sono i vantaggi dell’incapsulamento? L’incapsulamento è la forma più economica e meno rischiosa per la bonifica dei materiali di asbesto.

  • Bonifica per confinamento

Il confinamento consiste nell’installare una barriera di tenuta che separi i materiali di asbesto in modo più efficace e sicuro, sebbene più costoso rispetto all’incapsulamento. In questo caso il rischio di esposizione potrebbe ripresentarsi con il verificarsi di eventi traumatici come un terremoto.

Quanto costa effettuare la bonifica amianto?

Quanto costa la bonifica amianto? Stabilire un costo per la bonifica asbesto non è possibile, se non valutando ogni singola situazione attraverso il preventivo di una ditta specializzata.

Il prezzo può infatti variare dalle 9 alle 30 euro a metro quadro a seconda della tipologia di bonifica prescelta, del tipo di manufatto in asbesto (tegole, coperture, pareti) della raggiungibilità del manufatto (se l’area di copertura è per esempio pedonabile o richiede speciali imbracature per essere raggiunta), della quantità a da tanti altri fattori. I mezzi di trasporto che conferiscono l’asbesto in discarica, per esempio, hanno un costo specifico che resta lo stesso anche se il mezzo non viaggia a pieno carico.

Come individuare e bonificare l’amianto in casa?

In caso di presenza di amianto in un edificio privato, che sia una fabbrica, un capannone o una casa, è d’obbligo comunicare alle autorità sanitarie (ASL) la presenza del manufatto contenente asbesto friabile.

Come funziona la denuncia amianto all’ASL? Denunciare amianto e comunicare all’ASL e al Comune la presenza di amianto è semplicissimo: basta compilare un apposito modulo dopodiché i tecnici competenti si occuperanno di effettuare un sopralluogo al fine di valutare la percentuale dei rischi amianto. I tecnici e il personale che si occupa dell’ispezione, censimento e mappatura dell’amianto nell’edificio sono abilitati ai sensi della legge 27 marzo 1992, n. 257.

I laboratori a cui viene eventualmente affidata la verifica analitica dei campioni prelevati dal personale tecnico ai sensi dell’art. 12, comma 2, della legge n. 257/1992, devono essere in possesso dei requisiti minimi di cui all’allegato 5 (“Requisiti minimi dei laboratori pubblici e privati che intendono effettuare attività analitiche sull’amianto”) del D.M. del 14/05/1996

Le spese per la bonifica dell’asbesto in casa gravano esclusivamente sul proprietario dell’edificio che si può rivalere sulla ditta costruttrice solo nel caso in cui abbia utilizzato asbesto dopo la messa al bando del materiale.

La presenza di amianto nei condomini

Nei condomini ad avere l’obbligo di ispezione, censimento e mappatura attraverso la richiesta di un sopralluogo tecnico è l’amministratore di condominio che deve adempiere agli obblighi di legge per le aree comuni dell’edificio in quanto responsabile e in quanto datore di lavoro (obbligo di rispettare il D.Lgs. 81/2008) nei confronti di eventuali portieri, addetti alle pulizie, alla manutenzione etc…

Qui trovate tutte le informazioni sugli obblighi dell’amministratore di condominio nella bonifica amianto e le informazioni per una consulenza amianto gratuita e per la consulenza legale gratuita rischio amianto negli immobili.

Presenza di amianto nei capannoni e bonifica

Cosa fare quando i capannoni industriali presentano ancora delle coperture in amianto? Anche in questo caso il proprietario del capannone è tenuto a comunicare la presenza dell’asbesto alle ASL e al Comune. La spesa per le operazioni di bonifica grava sul proprietario ma esistono interessanti agevolazioni fiscali per la bonifica amianto.

La bonifica dall’amianto può essere abbinata ad un intervento di efficientamento energetico, grazie al quale si potranno installare pannelli fotovoltaici sul tetto, dopo aver appunto rimosso l’asbesto. In questo caso è possibile contare sull’Ecobonus, che prevede detrazioni del 110% per interventi mirati alla riqualificazione energetica. Questa è una detrazione ai fini IRPEF e IRES, e quindi per privati e aziende.

Credito di imposta bonifica amianto

Il credito di imposta per la bonifica costituisce lo strumento per una bonifica efficace. Prevede una detrazione fiscale del 50% per la rimozione delle coperture in amianto che può essere recuperata anche attraverso la cessione del credito di imposta. Già nel 2017 l’ONA aveva presentato una proposta di legge per la bonifica con credito di imposta per le imprese, elaborando lo strumento tecnico normativo per favorire la bonifica che prevedeva la possibilità di ottenere il credito di imposta, anche con la possibilità di cessione.

L’art. 16-bis del Testo unico imposte sui redditi ha previsto detrazioni fiscali al 50% per la bonifica dei materiali di asbesto nei fabbricati residenziali e loro pertinenze.

Il credito d’imposta può costituire un elevato risparmio fiscale in 10 anni, oppure, essere oggetto di cessione. In questo ultimo caso, l’importo è recuperabile immediatamente. La detrazione in fattura permette di recuperare questi importi anche nei casi dei soggetti incapienti.

Ecobonus 110% per la rimozione dell’amianto

L’ecobonus 110% contenuto nel Nuovo Decreto Rilancio 2020, permette di rimuovere l’amianto dai tetti a costo 0. Affiancando alla rimozione di tetto amianto una riqualificazione che permette il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, o in alternativa di raggiungere la classe più alta possibile, la rimozione dell’asbesto rientra nella detrazione 110%.

Per accedere al bonus bisogna avvalersi di ditte specializzate e seguire una procedura che permette di ottenere l’attestato di prestazione energetica (A.P.E) e l’utilizzo di materiali che siano previsti dal decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare 11 ottobre 2017.

Nella nona puntata di ONA TV si è discusso proprio del credito di imposta. Il Dott. Nicola Forte ha ribadito il ruolo fondamentale della leva fiscale: Credito di imposta, unica via per una reale bonifica dell’amianto.

Colombo Immobiliare e ONA: consulenza gratuita

La Colombo Immobiliare ha stipulato un protocollo di intesa con l’ONA, per avvalersi della professionalità dei tecnici, dei medici e legali dell’associazione. Infatti l’esposizione a un agente cancerogeno come l’asbesto può provocare gravi problemi alla propria salute.

Oltre a ricevere una consulenza sul proprio immobile si può fare riferimento all’associazione per richiedere una consulenza gratuita in caso si siano subiti i danni dell’amianto e si siano contratte patologie asbesto correlate a causa dell’esposizione. Infatti la vittima ha diritto per esempio al risarcimento dei danni. Costituisce un pregiudizio anche la paura di ammalarsi, che può essere provato attraverso le presunzioni e  così risarcito (Cassazione Civile, Sez. Lav., 17 giugno 2022, n. 19623 ).

Per avere maggiori informazioni è possibile chiamare il numero verde o compilare il formulario. Uno specialista risponderà dando tutte le precisazioni di cui si ha bisogno.