L’adenocarcinoma polmonare è un tipo di tumore al polmone non a piccole cellule. E’ maligno e fa parte della categoria degli NSCLC (“non-small-cell lung cancer”) insieme al carcinoma squamoso e al carcinoma anaplastico a grandi cellule. L’altra grande tipologia di tumore ai polmoni è il microcitoma (SCLC, “small-cell lung cancer”), che è invece a piccole cellule.

Il tumore adenocarcinoma polmonare è il più diffuso tra le varie tipologie e colpisce sia fumatori che non fumatori. Molteplici fattori dunque possono causarlo, oltre al fumo di sigaretta; tra essi sono comprese le esposizioni a sostanze cancerogene come amianto, radon e metalli pesanti.

Lo scopo di questa guida è informare sulle cause e la prevenzione del tumore al polmone e in particolare del tipo adenocarcinoma polmonare. Si tratta infatti di una patologia indennizzabile quando l’esposizione alle sostanze indicate è di tipo professionale, cioè sia avvenuta sul posto di lavoro o mentre si era in servizio. Anche se si è fumatori. L’esposizione può avvenire anche in casa, quindi è importante avere anche una consulenza tecnica su edifici privati, oltre che per il luogo di lavoro.

Il Gruppo Colombo Immobiliare e l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto possono aiutarti. Grazie a loro protocollo d’intesa, hanno infatti unito le forze per combattere i danni all’ambiente causati dalle sostanze cancerogene e alla salute, cercando di proteggere le persone dalle esposizioni nocive. L’associazione ONA, presieduta dall’avv. Ezio Bonanni, inoltre è in grado di offrire consulenza medica e legale gratuita, grazie al suo team di volontari. Contattaci al numero verde 800.034.294 per ottenere la tua consulenza tecnica.

Adenocarcinoma polmonare, il più diffuso

Di tutti i tipi di tumore al polmone, l’adenocarcinoma polmonare è il più comune: l’incidenza è circa il 60%. La notizia positiva è che da questa neoplasia si può guarire: dipende però dalla posizione del tumore, dallo stadio, dalla presenza di eventuali metastasi e dalle condizioni generali del paziente. Tuttavia resta alto il rischio di recidiva (30-55%), sono quindi comunque necessari trattamenti aggiuntivi successivi alla chirurgia.

Il cancro al polmone conta 17,5 milioni di casi e 8,7 milioni di decessi. Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio più importante; aumenta infatti il rischio di ammalarsi per un fumatore, rispetto a un non fumatore. Tuttavia bisogna rilevare che nonostante spesso si riesca a ridurre le abitudini tabagiche, i casi sono aumentati del 33%. Lo ha evidenziato il report del Global Burden of Disease Cancer Collaboration pubblicato su Jama Oncology, in base a dati raccolti tra il 2005 e il 2015. Questo nonostante la costante opera di prevenzione da parte di medici e istituzioni.

Quindi, purtroppo, non basta ridurre il vizio del fumo, anche se molto importante. Serve anche fare una efficace prevenzione su altri fattori, evitando per esempio esposizioni a cancerogeni come asbesto e gas radon. Questi ultimi, come affermato dalla IARC (International Agency Research on Cancer) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), hanno un effetto sinergico tra loro. La concomitanza tra questi fattori di rischio moltiplica quindi gli effetti cancerogeni; lo specifica chiaramente nel Codice europeo contro il cancro. Si parla pertanto di sinergismo e potenziamento tra i vari fattori di rischio.

Il rischio aumenta anche in presenza di pregresse malattie polmonari e storia familiare positiva al tumore al polmone; un ruolo ce l’ha anche l’inquinamento atmosferico, che può contribuire con la sua azione nell’insorgenza di infiammazioni che possono dare luogo alla formazione di lesioni tumorali.

Origine e sintomi dell’adenocarcinoma

L’adenocarcinoma è il tipo di tumore polmonare più diffuso nel genere femminile e, in generale, nella popolazione con meno di 45 anni. E’ anche più frequente nei fumatori così come nei non fumatori.

La sede in cui origina l’adenocarcinoma polmonare sono le cellule epiteliali degli strati di mucosa polmonare e bronchiale (tratto terminale). Il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta, anche passivo, e l’esposizione prolungata al gas radon e amianto. I sintomi consistono in tosse, anche con emissione di sangue, dolore al torace e dispnea, espettorato con sangue, astenia, febbre; disfagia, e disfonia; perdita di peso e appetito. Le manifestazioni cliniche dell’adenocarcinoma polmonare si caratterizzano purtroppo soltanto in stadio avanzato, per cui come per gli altri tipi di tumore ai polmoni è di difficile diagnosi. In circa il 6% dei casi il tumore è asintomatico. E’ necessario contattare subito il medico quando si presentano tosse persistente con sangue, dispnea, dolore al torace e astenia.

Dal punto di vista istologico, è un tumore estremamente variegato. Le due grandi tipologie sono invasivo e non invasivo (o minimamente invasivo), che a loro volta si distinguono in altri sottotipi. Per quanto riguarda l’adenocarcinoma non-invasivo o minimamente invasivo, abbiamo i sottotipi: adenocarcinoma in situ del polmone (o carcinoma bronchioalveolare) e adenocarcinoma polmonare minimamente invasivo. Riguardo alla tipologia invasiva, troviamo: adenocarcinoma a predominanza acinare; a predominanza papillare ed a predominanza micropapillare; l’adenocarcinoma a predominanza solida ed adenocarcinoma polmonare invasivo mucinoso.

Eventuali metastasi si diffondono generalmente alle ossa, e in alcuni casi al cervello.

La diagnosi di adenocarcinoma polmonare

La diagnosi di adenocarcinoma polmonare inizia con l’esame obiettivo da parte del medico. Molto importante è l’anamnesi del paziente, ovvero la sua storia clinica personale e quella della sua famiglia. Rientrano nell’anamnesi anche i luoghi di vita, la professione e le attività svolte.

Gli esami diagnostici per immagini sono la radiografia RX torace, la TAC toracica, la risonanza magnetica nucleare del torace (RMN del torace) e la PET toracica. I primi tre esami permettono al medico di valutare la grandezza del tumore e il suo posizionamento; la Pet fornisce informazioni  sulla funzionalità della porzione corporea esaminata. Poi si effettua un esame istologico sulle cellule prelevate mediante biopsia polmonare; quest’ultimo aiuta a capire il tipo di tumore e a quale stadio è arrivato. La biopsia si effettua tramite broncoscopia, agoaspirato oppure a cielo aperto.

Come si cura l’adenocarcinoma polmonare

I trattamenti possibili per l’adenocarcinoma polmonare sono la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia. Se l’adenocarcinoma polmonare è localizzato e non ha prodotto metastasi, ossia forme di tumore disseminate in altre parti del copo, può semplicemente essere rimosso chirurgicamente. Se invece le metastasi sono presenti, l’approccio terapico prevede anche la chemioterapia e/o la radioterapia.

Dal punto di vista chirurgico, si esegue una “resezione a cuneo” quando le dimensioni del tumore sono particolarmente ridotte. Si esegue invece una lobectomia quando è necessaria l’asportazione di uno dei lobi polmonari; in genere, quando il tumore è di media grandezza. La pneumonectomia si esegue invece quando il tumore è esteso e consiste nell’asportazione chirurgica totale di un polmone.

La chemioterapia si esegue in via pre-chirurgica (chemioterapia neoadiuvante) oppure post-chirurgica (chemioterapia adiuvante); lo scopo della prima è ridurre le dimensioni del tumore prima dell’intervento; quello della seconda è di rimuovere eventuali residui lasciati dal bisturi. Il suo utilizzo sembra allungare la vita dei pazienti.

La radioterapia consiste invece nell’esposizione del tumore ai raggi X. Le radiazioni ionizzanti hanno infatti la capacità di distruggere le cellule neoplastiche. Anch’essa può essere neoadiuvante e adiuvante. Lo scopo è quello di ridurre i sintomi indotti dalla presenza di metastasi cerebrali e/o ossee.

La prevenzione del tumore al polmone

La prima regola per una efficace prevenzione contro l’adenocarcinoma polmonare, e più in generale il tumore al polmone, è non fumare o smettere. Evitare anche il fumo passivo, perché anche la sola esposizione al fumo di sigaretta è dannosa. Allo stesso modo, per ridurre il rischio bisogna evitare l’esposizione al radon e anche all’amianto.

Non fumare, evitare l’esposizione al fumo passivo, evitare l’esposizione al radon ed evitare l’esposizione all’amianto sono i principali accorgimenti preventivi che i medici consigliano per ridurre il rischio di adenocarcinoma polmonare. Per il principio di precauzione, evitare tutti i tipi di cancerogeni è essenziale: la prevenzione primaria è la base per restare in salute. Qualora l’esposizione però sia comunque avvenuta, diventa importante la prevenzione secondaria monitorando le proprie condizioni di salute (sorveglianza sanitaria).

In caso di diagnosi di malattia, allora è anche opportuno mettere in pratica una prevenzione terziaria, che consiste nell’insieme degli interventi vòlti a controllare e contenere gli esiti della patologia. E ciò comprende anche la valutazione dei propri diritti e di quelli dei propri familiari, nei confronti del datore di lavoro se si tratta di malattia professionale, e per tutte le sofferenze patite. Purtroppo il tumore al polmone e l’adenocarcinoma polmonare sono solo una delle patologie che possono insorgere quando si è esposti a cancerogeni. Si possono verificare, per esempio, asbestosi o placche pleuriche, ispessimenti pleurici, oppure si può sviluppare un mesotelioma.

Nel testo il Libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022 l’avv. Bonanni mette bene in evidenza quali siano le conseguenze delle esposizioni nocive e fa una fotografia della situazione attuale. L’ONA ha anche messo a disposizione di tutti un’App Amianto per segnalare situazioni pericolose ed evitare esposizioni inconsapevoli. Tutti i dati aggiornati sui casi di mesotelioma in Italia sono inoltre riportati nel VII rapporto RENAM.

L’effetto sinergico e di potenziamento tra cancerogeni

Quello del sinergismo e del potenziamento tra diversi fattori di rischio è un concetto importante anche per la giurisprudenza. Infatti quando ci si ammala a causa del proprio lavoro, i giudici valutano sì la condizione di fumatore o meno del paziente, ma anche se ci siano state esposizioni a cancerogeni. Questo proprio per l’effetto sinergico tra essi, dimostrato sin dal 1955 per amianto e fumo da Richard Doll.

Nel 2020 inoltre la pubblicazione “Asbestos, Smoking and Lung Cancer: An Update“, ha confermato ancora una volta il principio del sinergismo moltiplicativo. “Smoking increased the risk of lung cancer by about 10-fold, and asbestos increased the risk by about 5-fold. The two together increased the risk by about 50-fold (not 15-fold), compared with that of the nonsmokers who were unexposed to asbestos; an almost pure multiplicative effect. If all factors contributing to lung cancer were summarized in a figure of 53 to quantify the actual average risk in a smoker with asbestos exposure, its components are 1 for the base risk, 10 (10.85–1) for the smoking risk, 4 (5.17–1) for the asbestos risk, and 38 (53–1–10–4) for the risk that depends on the interaction between smoking and asbestos“.

In sintesi, il fumo da solo aumenta il rischio di tumore al polmone di circa 10 volte, mentre l’amianto di circa 5 volte. L’insieme di questi due fattori, ha determinato un aumento di circa 50 volte (e non 15 come si poteva pensare) rispetto ai non fumatori non esposti ad asbesto.

In tribunale risarciti anche i fumatori

Sinergismo e potenziamento sono stati riconosciuti sia in sede civile che penale. Lo dimostrano alcune sentenze.

In sede civile, la sentenza 19623/2022 della Cassazione, sezione lavoro, ha affermato l’obbligo di risarcimento del danno in caso di tumore al polmone ed il caso era quello di un lavoratore esposto ad amianto che era anche fumatore. Gli Ermellini hanno scritto che la “responsabilità del datore di lavoro che non ha usato adeguate precauzioni idonee a contenere l’esposizione all’amianto entro limiti non pericolosi, e quella del tabagismo nella causazione dell’evento sono equivalenti, senza alcuna prevalenza dell’una sull’altra“.

In sede penale, nel Processo Marina Bis, la Corte di Appello di Venezia ha espresso condanne anche per i decessi per tumore al polmone. Le parti civili, difese dall’avv. Bonanni, hanno avuto il risarcimento.

Si tratta di un principio importante anche per i riconoscimenti di causa di servizio e per lo status di vittima del dovere. Il tumore dei polmoni, ed in particolare l’adenocarcinoma polmonare che è il più frequente, è inseriti nella Lista I dell’INAIL e se ne presume l’origine professionale.

Esposizione al radon e adenocarcinoma polmonare

Il radon è tra i fattori di rischio per l’adenocarcinoma polmonare. Si tratta di un gas radioattivo, invisibile, incolore e inodore; ed è presente naturalmente nel terreno soprattutto in zone montane con formazioni rocciose. La sua combinazione con il fumo di sigaretta aumenta in proporzione la percentuale di rischio.

Le particelle alfa di questo gas, che si sprigiona dal terreno ed è in grado di invadere completamente gli edifici nella zona circostante, possono causare danni al Dna delle cellule. In questo modo si possono sviluppare patologie come il tumore del polmone e, in questo caso, un adenocarcinoma polmonare. Il radon è infatti prodotto da decadimento nucleare del radio; i polmoni sono molto sensibili alle radiazioni, quindi possono risentire di un’alta concentrazione di radon negli ambienti. Come prevenire? Monitorando i terreni di costruzione e procedendo alla bonifica dei luoghi in cui il monitoraggio abbia rilevato valori rilevanti di radon in un ambiente chiuso.

Il radon è inserito nel Gruppo 1 dei cancerogeni dall’Organizzazione mondiale della sanità. La IARC (International Agency for Research on Cancer) ha dedicato una monografia a questo cancerogeno.

Malattia professionale e status Vittime del Dovere

Molte esposizioni cancerogene a gas radon, ma anche a radiazioni ionizzanti ed amianto, si sono verificate e si verificano ancora oggi sul posto di lavoro. Possono essere dunque riconosciute come malattie professionali e dunque essere indennizzabili dall’INAIL. La moltiplicazione degli agenti chimici soprattutto nel sistema industrializzato, ha anche generato un maggiore rischio per i lavoratori, soprattutto se non presenti tutte le condizioni di sicurezza sul lavoro. Tutti i tipi di tumore al polmone sono multifattoriali, compreso l’adenocarcinoma polmonare. Gas radon, amianto, radiazioni ionizzanti, arsenico, cromo, cromato di nichel, idrocarburi aromatici policiclici, cloruro di vinile, cadmio, berillio, silice, uranio, fumo di carbone, sono tutte sostanze nocive che i lavoratori possono incontrare quotidianamente ed avere un effetto sinergico, soprattutto in presenza di fumo di sigaretta. Nella Lista I dell’INAIL ci sono le malattie la cui origine lavorativa ha un’elevata probabilità di origine dalle sostanze citate.

Capitolo a parte quello delle Forze Armate e dei dipendenti pubblici. In particolare il rischio specifico è presente nell’Esercito, nell’Aviazione e più di tutti nella Marina Militare. Scarsa attenzione c’è stata finora infatti al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro nelle Forze Armate fino ai tempi più recenti, tanto da dover introdurre per la Marina Militare una specifica disciplina per la tutela delle vittime per le malattie di amianto (art. 20 Legge 183/2010, applicabile per le altre vittime, comprese quelle del comparto sicurezza). Tali vittime hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere, o equiparati a vittime del dovere.

Consulenza tecnica gratuita, contattaci ora

Per maggiori informazioni puoi chiedere una consulenza tecnica e assistenza all’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, che da decenni difende le vittime dai danni dell’amianto e di altri cancerogeni. Il suo scopo è ottenere giustizia e fermare questa strage lenta e silenziosa.

Tutte le vittime di adenocarcinoma polmonare, tumore ai polmoni in generale e altre malattie legate a cancerogeni e lavoro, hanno la possibilità di accedere ai servizi gratuiti di assistenza medica e legale dell’ONA. L’associazione collabora anche con Gruppo Colombo Immobiliare per le consulenze tecniche, grazie ad una specifica convenzione. L’assistenza legale si deve all’impegno dell’avv. Bonanni, che coordina il pool di avvocati dell’ONA.

Comprendere i propri diritti è fondamentale per sé e per tutelare i propri familiari. Chiedi subito la tua consulenza gratuita chiamanto il numero verde 800.034.294 oppure compila il form per essere ricontattato.